MASSACRA E UCCIDE LA COMPAGNA,libero dopo solo dodici anni.La rabbia dei familiari.

E' di questi giorni la notizia che sta facendo molto discutere,ovvero,la decisione di un magistrato di liberare un uomo,colpevole di aver ucciso la fidanzata,dopo solo dodici anni di reclusione a fronte dei trenta ai quali era stato condannato in prima istanza.Un episodio questo,purtroppo non è l'unico,che porta a riflettere su quanto la giustizia italiana sia sommaria di fronte ai casi di femminicidio.
I siti e i gruppi di aiuto contro le violenze alle donne esortano le vittime a denunciare e a raccontare il più possibile gli abusi e le molestie.Peccato che quasi sempre le richieste d'aiuto restino inascoltate,per essere prese in considerazione quando ormai è troppo tardi e la vittima è stata massacrata nel più brutale dei modi."Un'altra tragedia annunciata"diranno poi i familiari e gli amici delle vittime tra la rabbia e la disperazione,per l'ennesima morte che si poteva evitare.
Come se non bastasse,come se la perdita di una figlia o una sorella non fosse già un peso impossibile da sopportare per una vita intera,si aggiunge lo sgomento di vedere troppo presto liberi gli autori di tali misfatti.
Abbiamo raccolto lo sfogo di una madre che mentre si reca al cimitero è costretta ad incontrare per le strade del paese, l'assassino della figlia.Provate a mettervi nei panni di questa povera donna,tentando di immaginare per un attimo la frustrazione con la quale ogni giorno deve fare i conti.
"Se ne va in giro per la città come se niente fosse,non è pentito di quello che ha fatto,a me e mio marito ci guarda con un'aria di sfida.Lo so che nostra figlia non tornerà in dietro e che per noi non ci sarà mai consolazione,ma un po' di giustizia ce la meritiamo e invece....ci sentiamo presi in giro,è come se ci buttassero sale sulle ferite.Come si fa a vivere così?"
Già come si fa a vivere  così?Ecco la domanda che viene spontanea ogni volta che sentiamo casi di cronaca come questi.Come può un genitore sopravvivere a tutto ciò?Quale giustizia può costringere una madre a vedere impunito l'assassino della figlia?E soprattutto può essere concessa la riduzione di pena o lo sconto per buona condotta per reati così brutali?Lo chiediamo ai lettori,affinché le vostre testimonianze ci aiutino a capire come è possibile che ancora accadano eventi del genere e quale è la strada verso la giustizia. Perché è solo questo che chiediamo:GIUSTIZIA per le vittime e rispetto per i familiari costretti a fare i conti con un'assenza incolmabile.


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